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La religione cristiana attinge a piene mani dalle credenze e dai miti ad essa precedenti, sì da sembrarne una derivazione. La donna ingravidata da un Dio che partorisce un uomo Dio era già radicata nell'immaginario sociale, e probabilmente anche per questo non si è fatta una gran fatica a credervi.  Analogamente la resurrezione e l'assunzione in cielo, analogamente i miracoli. Lo stesso concetto di trinità non è certo originale. Cambia solo la figura misteriosa dello Spirito Santo. Nelle religioni precedenti era molto diffusa la credenza nella triade divina padre-madre-figlio, che poi è una trasposizione trascendente della famiglia, connessa alla riproduzione, al perpetuarsi della vita attraverso i cicli nascita-unione-morte e nuova nascita. La sacra famiglia è un nuovo rimando umano a questa famiglia trascendente- la forza creatrice-virile: il sole; la forza generatrice-femminile: la terra, e la creazione, la nascita : il frutto. Questa triade nella religione Cristiana è diventata padre,figlio e Spirito Santo.

Lo Spirito Santo ha sostituito la madre, probabilmente per la sostanziale misoginia della religione ebraica e poi cristiana, che vedeva le donne o come corrotte - la Maddalena- o come incorruttibili- la Madonna. O come corruttrici: la prima, Eva.  Questa misoginia si è perpetuata nella gerarchia ecclesiastica fino ai nostri giorni, avallata dalle stesse donne che, di fronte alla chiesa, dimenticano ogni battaglia per la parità.

Tornando ad Eva, la vicenda del paradiso perduto è suscettibile di interessanti interpretazioni simboliche.

L'albero del bene e del male è una abbagliante conferma che nel giardino di Dio esiste anche il male, che quindi ha creato Lui stesso, ma che all'uomo non è permesso conoscere. L'Eden può essere visto come il feto: inizialmente il bambino è ignaro e felice nel ventre materno: ha tutto, non sa niente, non sa cos'è il dolore. Il serpente è il cordone ombelicale, attraverso il quale il bambino esce dall'Eden e nasce nel mondo, vive la sua Vita fatta di sofferenza, sbagli, felicità. La cacciata dal paradiso quindi non sarebbe altro che la proiezione simbolica della nascita, e il trascendente si ricollega alla natura umana.

In una interpretazione connessa alla precedente, la vicenda di Adamo ed Eva rappresenta una trasposizione trascendente della natura e del ciclo della Vita, in cui l'uomo e la donna si uniscono per procreare. Il serpente sarebbe un simbolo fallico, il frutto il simbolo sessuale femminile, la tentazione il desiderio carnale che fa moltiplicare il genere umano ma anche affrontare una Vita di lavoro e sofferenze. In ogni caso è intrisa di una concezione ideologica avversa alla sessualità e maschilista. La sessualità viene intesa come principio di ogni peccato e quindi di ogni sofferenza, la donna viene generata dalla costola di Adamo come se ne fosse solo una propaggine.

La sessualità verrà poi sempre condannata dalla religione ebraica e dalle sue derivate, cristianesimo e islamismo. In tale condanna in realtà ci sono assai probabilmente anche delle ragioni pratiche: evitare agli uomini di morire a causa delle malattie sessualmente trasmissibili. La contaminazione del corpo, in una società arcaica, veniva associata alla contaminazione dell'anima. La sporcizia e la putrefazione venivano associate al peccato, la purificazione al lavaggio, al candore, alla pulizia.

Questa associazione è rimasta radicata nella mentalità e si è strutturata nella evoluzione sociale. Ma la condanna della sessualità era già implicita nella ribellione di Adamo ed Eva: la tentazione, l'inseguimento del piacere erano più in generale connessi all'acquisizione di una propria identità e a una rivendicazione sociale. Di conseguenza erano il primo fondamentale passo verso il rifiuto a sottomettersi. Verso la libertà.

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