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Un nuovo simbolismo nella cristologia

 

Al di là della reale storia di Cristo, che forse non è neanche esistito, c'è il significato, il simbolo. Come nella mitologia. Si raccontavano delle storie che celavano concetti più profondi: le storie erano inventate, le verità celate erano invece il messaggio effettivo. I tre livelli di conoscenza degli antichi egizi, da cui discendono mose' e quindi lo stesso popolo ebraico, i greci e i cristiani.

Il primo livello è l'apparenza: le storie, le novelle raccontate al popolo e a cui il popolo crede. La parte naturale.

Il secondo piano è quello umano, della psiche, o per dirla in termini più romantici, dell'anima. Si tratta di una specie di sottostrato della realtà apparente: quella più profonda, in cui si espleta la sfera psichica: il mondo delle emozioni, delle idee, dei sogni, delle decisioni.

Il terzo ed ultimo livello è la trascendenza, la divinità, lo spirito: una realtà che si può solo credere o immaginare, ma che è quella vera. In effetti, sembrerebbe che il grado di verità aumenta all'aumentare dell'inconoscibile. La realtà naturale è quella che noi possiamo conoscere meglio e con maggiore confidenza; tuttavia i presupposti di essa , ciò che la genera e la spiega, sono più nel profondo. Troppo spesso si commette l'errore di ritenere inesistente ciò che non si può conoscere: è una presunzione ed è sciocco.

Un esempio pratico dei tre livelli può essere costituito dalla famiglia. Di per se stesso la famiglia è già un concetto del piano umano. Dal punto di vista naturale, un maschio e una femmina si uniscono per generare figli e continuare la specie. Dal punto di vista umano, la famiglia è una prima comunità unita per raggiungere uno scopo, ad es aiutarsi, proteggersi, amarsi; e nel contempo, nella sfera psichica, l'embrione dello sviluppo umano, inteso come unione equilibrata della componente maschile e femminile. In ultimo, sul piano trascendente, padre madre e figlio sono la forza creatrice, la forza generatrice e conservatrice, e il frutto di questa unione divina: la creazione, la molteplicità, il tutto dall'Uno. L'Uno porta in sé madre padre e figlio, e quindi ogni cosa.

Similmente la storia di Cristo può essere interpretata su tre livelli. Il primo è il livello naturale: la favola, raccontata ma non necessariamente esistita o aderente a quel che veramente è accaduto.

Il secondo è il piano umano/psichico: un simbolo velato del percorso di ogni uomo verso la conoscenza, la salvezza, la resurrezione. Ogni uomo cioè deve maturare, soffrire, capire, lottare, morire per poi rinascere ed essere finalmente libero. Librarsi nell'aria, essere se stesso e unito a tutto. È la storia di ogni illuminato, il percorso dell'anima.

Il terzo livello è il più misterioso, nascosto e impensabile. Potrebbe rappresentare la storia di Dio- ovvero di Lucifero. Gli uomini lo hanno travisato, condannato, massacrato e sepolto. Ma Lui risorge. Lucifero, il cui sepolcro è l'Inferno nel quale lo hanno relegato gli uomini, risorge e porta la Sua Luce. Risorge con Lui l'Amore Libero.

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C’è quindi una similitudine tra il sepolcro di Cristo e la sua resurrezione, e Lucifero.

Anche Lucifero è stato racchiuso nelle tenebre, seppellito sottoterra. E anche Lui risorge.

In questa interpretazione, che costituisce un cambiamento radicale, Cristo viene identificato con Lucifero.

 

In generale, la tomba e la resurrezione sono la chiave  di qualsiasi dottrina esoterica, ed hanno quindi una valenza simbolica fondamentale. In stretta connessione con il seme, che si seppellisce nelle profondità della terra in inverno per poi germogliare ed uscire al sole, l’esperienza umana deve interiorizzarsi nelle profondità dello spirito, nell’interno del corpo sepolcro, per poi uscire alla luce. In altro senso, la Verità deve prima coltivarsi e svilupparsi nella profondità del proprio spirito, attraverso la presa di coscienza, per poi essere condivisa nel mondo e quindi uscire alla luce.

Lucifero quindi rappresenta il percorso dell’uomo, e può essere identificato con molte altre divinità, e con Cristo stesso: la sua passione – il cui lato “fisico” di flagellazione e tortura sono solo l’aspetto carnale, e forse anche inventato- rappresenta il tormento dell’uomo che lo porta alla distruzione finale prima di una nuova vita. Non per niente si chiama passione: questa parola, piuttosto che significare una tortura fisica, rappresenta un travaglio dell'anima. Più l’uomo è tormentato, travagliato, pieno di dubbi e di umiliazioni, più terribile è la sua morte, più meravigliosa e totale sarà la sua resurrezione, e la nuova vita.

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Il tormento è quindi un privilegio, non una punizione. L’uomo che non soffre di inauditi dubbi ed angosce, non può risorgere alla vera Vita.Il passaggio è doloroso, ma necessario.

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